lunedì 27 ottobre 2008

RUBRICA: Il Bestiario della Zia

Torna a grande richiesta (mia) il bestiario, con una nuova perla (l'autrice è sempre la stessa, prolifica di figli quanto di stronzate):

A- Ci hanno chiesto di organizzare un viaggio in Toscana, e vogliono andare anche alle terme sempre in zona

B- (con entusiasmo) Mandiamoli ad Abano

A- Guarda che Abano è a Padova

B- Appunto, allora va benissimo

venerdì 24 ottobre 2008

Sapesse, contessa...

Che cosa m'ha detto un caro parente dell'occupazione! Che quella gentaglia rinchiusa lì dentro, di libero amore facea professione. Del resto, mia cara, di che si stupisce: anche l'operaio vuole il figlio dottore. Lei pensi che ambiente che può venir fuori! Non c'è più morale, contessa.
(P. Pietrangeli, 1966)

Questa la cantava mio nonno 40 anni fa in piazza. La cantava mia madre 30 anni fa, in piazza. E anche oggi ci starebbe proprio bene, se solo qualcuno se la ricordasse.

Stamattina mentre andavo al lavoro ho visto sfilare un corteo di liceali che andavano in manifestazione. Tutti precisi, vestiti bene, educati, tutti sul marciapiedi, attraversavano ai semafori e sulle strisce. Mi hanno fatto un po' di tenerezza, e avrei voluto tanto unirmi a loro.
Allo stesso tempo, però, mi sono incazzato come una bestia. Perché non è giusto. Non è giusto che si continui anno dopo anno a mutilare ulteriormente la scuola. Non è giusto che si taglino fondi alle Università, che si tolga forza all'Istruzione, che si renda sempre più difficile creare un'istruzione di qualità moltiplicando nomi e titoli, e sottraendo al contempo i soldi.

Non è giusto che in una città come Milano non vi siano più istituzioni universitarie pubbliche veramente selettive, che non vi sia un principio di meritocrazia feroce, finalmente ripulito da ogni ombra e da ogni macchia di clientelismo, di raccomandazione, e di leccaculismo.
E non è giusto che un governo faccia leva sui problemi della scuola e dell'università per dar loro il colpo di grazia, per stroncare definitivamente la speranza di poter migliorare le cose.
E non è giusto che l'università privata conti solo qualche esempio di serietà, a fronte di un mare di merda, che perle autentiche come le accademie, le scuole di specializzazione e grandi istituzioni vadano sputtanate trasformandole in fondazioni (vedi SSIT, Paolo Grassi, ecc.).
Non è giusto illudere milioni di studenti e migliaia di universitari, prendendoli per il culo sul loro futuro. Non è giusto che le aziende ne sfruttino le capacità senza dar loro nulla in cambio. Non è giusto che persone come alcuni imprenditori che conosco fin troppo bene facciano uso sistematico di stagisti, contratti a progetto e partite IVA per arricchirsi.

Non è giusto che mio nonno, che oggi non è più qui, abbia dato l'anima, abbia preso mazzate, abbia fatto la fame per lottare contro tutto questo oltre 40 anni fa. E' per rispetto a lui, e ai milioni di persone che come lui hanno creduto in un futuro migliore per tutti, che ora sono incazzato. E ho la sensazione che lo sarò sempre di più.
A te, piccolo grande uomo.

Compagni dai campi e dalle officine, prendete le falce e impugnate il martello...