domenica 11 gennaio 2009

quando il cervello è in vacanza

Cari lettori,
ossia caro me, mentre bevevo il caffè poco fa in televisione andava in onda un bellissimo dibattito culturale di alto profilo, con ospiti illustri e competenti, riguardante... l'oroscopo!
Pare insomma che Santaromanachiesa sia infastidita dall'onnipresenza dell'oroscopo nei programmi TV italiani, tacciandolo di becera superstizione e falsa idolatria.

Come dire: un cesto di lumache che da del cornuto all'asino!

Ben mi guardo dal difendere l'oroscopo, l'astrologia e qualunque altra forma di idiozia stellare. Ma che ad accusare tali idiozie sia proprio la chiesa, mi fa un po' ridere.
E a questo punto, fuoco alle polveri.

Ultimamente, per motivi professionali, sto leggiucchiando vari materiali molto interessanti, che vanno dalla Bibbia ai Vangeli, dagli scritti dei Padri della Chiesa ai più grandi filosofi degli ultimi 2500 anni. E non ho mai riso tanto in vita mia.
Si tratta però di risate molto, molto amare: sulla base di quelle chiacchiere, di quelle favole, di quei racconti - alcuni dei quali credibili come i deliri di un ubriaco di Tavernello - sono state decise le sorti di milioni, probabilmente miliardi di persone nella storia della civiltià occidentale.
Le popolazioni indigene dell'America del Nord e del Sud, gli africani, e gli stessi europei non credenti o "diversi" rispetto ai precetti di Santaromanachiesa, infatti, hanno alimentato roghi, ingrassato i campi e profumato l'aria con i propri corpi, solo per non aver creduto a "misteri della fede" quali l'immacolata concezione, l'infallibilità papale, il valore dei miracoli, o fregnacce belle e buone come donazioni fatte alla chiesa da imperatori e re. Millenni di potere costruito sul nulla, su qualcosa che non è dimostrabile, e che addirittura - a detta dei detentori del potere - non ha bisogno di essere dimostrato. Roba da matti!
La promessa di una vita nell'aldilà ancora oggi è benzina sul fuoco di vere e proprie pire su cui si stanno sacrificando migliaia di musulmani, di cristiani, di hindu, e chissà quanti altri in giro per il mondo. Quando si vedono poveri cristi che sono pronti a farsi esplodere, a farsi massacrare, a perdere famiglia, libertà e quant'altro in nome di un dio o di una dottrina religiosa, bisognerebbe fermarsi e fare un passo indietro.
E invece no, si insiste, sbandierando i precetti religiosi, somministrando perle di saggezza tratte dai racconti biblici - scritti da chi, quando, come, non è dato sapere - e si continua così a ingannare, a illudere, e a uccidere.
Sia chiaro, non ce l'ho solo con la chiesa cattolica, o con il cristianesimo in particolare. Ce l'ho con tutte quelle dottrine che impongono, in modo più o meno violento o sottile, scelte di vita che escludono la libertà di pensiero. Quando vedo una donna col burqa, o un uomo che storce la bocca davanti a un distributore di preservativi, o ancora qualcuno che inorridisce davanti a una macelleria, provo un'immenso scoramento. Perché ancora oggi, nel "terzo millennio" (ma in realtà i millenni di civiltà - o soi-disant tale - sono molti di più), l'ignoranza e la superstizione comandano ancora.
L'abbiamo visto davanti a scelte di coscienza, così come nella vita di tutti i giorni: referendum sull'aborto, sulla procreazione assistita, reazioni isteriche per una preghiera islamica davanti a una chiesa, o per un rosario detto davanti a una moschea. Ragazzi, sveglia: è come se uno si scaccolasse davanti a un quadro di Caravaggio. Non sarà chic, ma nessuno invocherà la forca per questo. Tale è, e tale dovrebbe essere nella mente di tutti, il valore di un gesto, di un simbolo, di un'abitudine, ed è ridicolo che ancora oggi vi sia chi sostiene il contrario, affidando a due pezzi di legno disposti perpendicolarmente un valore che non hanno. Una croce, in sé, non vuol dire nulla. I consigli morali dati da Gesù, già varrebbero qualcosa. Ma niente paura: la chiesa ha fatto di tutto per relegarli in un angolino dal quale probabilmente non usciranno mai.
E allora perché non cominciamo, una buona volta per tutte, a pensare alle cose serie, e lasciamo la fede, la speranza in una vita dopo la morte e le considerazioni etiche alla coscienza di ciascuno, e alla sfera privata?
Nella nostra qualità di esseri umani abbiamo modo di ragionare e di pensare a qualcosa di meglio e di più utile a tutti noi. Non saremmo neppure più costretti a comportarci come belve allo stato brado, grazie ai progressi tecnologici e scientifici, eppure - con tutto il nostro bel bagaglio morale, etico e religioso - continuiamo a vivere in questa fottuta parte di mondo a scapito di miliardi di poveri cristi nella stragrande maggioranza del pianeta.
E' questo che ci insegna la religione? Bene. Allora viva l'oroscopo! Oppure che so, viva l'Aspirina (non avrai altro FANS al di fuori di me, eccetto l'Aulin; non desidererai la pastiglia d'altri; onora il blister e la scatola; non masticarla; non dire falsità sulla Bayer; eccetera eccetera... non sono male come precetti, neh?)!
Rendiamoci conto che sono superstizioni, che sono cazzate cui ci aggrappiamo per mascherare la nostra ignoranza sulla natura, sull'universo e sulle sue origini, sul futuro e sul presente. Comodi palliativi che ci permettono di risparmiare tempo ed energia evitando di pensare. E rendiamoci conto, soprattutto, che queste superstizioni ci stanno costando molto, molto caro!